Scrittrice dalla luna
“Maggie Blue and the dark world”di Anna Goodall

Buongiorno amici lunari. Come state?

State progettando le prossime vacanze estive? Oppure sognate solo un periodo di assoluto relax a casa vostra? Io sto passeggiando nel dolce viale dei ricordi e mi sono soffermata, in particolare, sul periodo trascorso a Parigi.

Ad Agosto, dopo aver affidato i miei a-mici alle cure di uno speciale catsitter, proveniente da Fobos, la luna di Marte, ho preparato i bagagli e mi sono calata sulla terra. La mia destinazione era Parigi e in un battito di ciglia, sfruttando l’aiuto delle correnti spaziali, ho raggiunto proprio l’ultimo piano della tour Eiffel. Ho incuriosito molti turisti, materializzandomi con la mia tuta da viaggio. Una volta sistemate le formalità (ad esempio indossare abiti che non attirassero eccessivamente l’attenzione), ho visitato tutte le meraviglie di quella città: Montmartre, l’Ile de la Cité, il quartiere del Marais, il Louvre, Notre Dame e anche… la libreria Shakespeare and Company.

Si tratta di un piccolo gioiello affacciato sulla cattedrale più famosa della città, un luogo incantato in cui perdersi, osservando, uno dopo l’altro, gli oggetti curiosi e i volumi antichi ricoperti di polvere. Fu fondata da Sylvia Beach nel 1919 e divenne, nel corso degli anni, il luogo di ritrovo di scrittori quali Ernest Hemingway, Ezra Pound e Francis Scott Fitzgerald (solo per citarne alcuni…).

Per ricordare quella visita, ho acquistato un libro per ragazzi in lingua originale “Maggie Blue and the dark world”, prima pubblicazione della scrittrice londinese Anna Goodall. Ho impiegato più tempo del necessario nella lettura, dato il mio livello “discreto” della lingua inglese. Nonostante ciò, è abbastanza comprensibile e vale sicuramente lo sforzo.

La protagonista è Maggie Blue una ragazzina curiosa e intelligente che dorme sul divano di sua zia Esme e telefona ogni giorno a sua madre, provando un’enorme nostalgia di casa. Quella nuova realtà, la rende spaesata e provoca in lei un forte senso di solitudine fino a che, a scuola, non conosce Ida. Ma in quella cittadina qualcosa non va nel verso giusto e la realtà sembra dilatarsi verso un altro mondo spaventoso e parallelo. Ida svanisce nel nulla e Maggie è l’unica persona a comprendere dove potrebbe essersi persa. L’unico ad avere qualche nozione di quel mondo è Hoagy, un gatto (avevo intuito dalla copertina il ruolo fondamentale di un felino ed è ciò che mi ha conquistato e fatto scegliere, tra mille, proprio questo libro) randagio e un po’ malandato ma con il dono della parola.

Maggie e Hoagy, insieme, si avventureranno in un mondo oscuro, nuovo ed eccitante.

Ovviamente è super consigliato, sia per chi volesse rinfrescare il proprio inglese, sia per chi ama la leggerezza dei romanzi fantasy per adolescenti. I pigri invece possono aspettare che venga tradotto in italiano.

P.s. non è obbligatorio volare a Parigi, il volume si trova su Amazon (https://www.amazon.it/Maggie-Blue-Dark-World-Goodall/dp/1913101320)!!!

Buona lettura, alla prossima!

Sepolcro in agguato, la settima indagine di Cormoran Strike.

Cari lettori di #Scrittricedallaluna, come state?

La primavera, tra una nevicata e l’altra, è finalmente alle porte e per affrontare le ultime giornate uggiose, vi consiglio di correre in libreria ad acquistare il settimo libro di Roberth Galbraith, ovvero la magnifica J.K. Rowling. Ho atteso per mesi il momento il momento in cui mi sarei potuta immergere nell’ultimo e intricato caso in stile british della meravigliosa autrice, sin da quando la casa editrice ha iniziato a pubblicizzarne l’uscita. Il 20 febbraio sono stata finalmente accontentata e devo dire… anche rapita.

Esatto, perché la lettura di questo romanzo si è trasformata fin dalle prime pagine in un’esperienza immersiva che mi ha ricordato, sebbene in un contesto diverso, il tempo in cui a catturarmi era stata la saga di Harry Potter e le nottate trascorse alla luce della mia lampada da comodino, letteralmente divorando pagina dopo pagina. La maestria della Rowiling viene fortemente ribadita da questo sua ultima fatica e in generale da tutti i volumi incentrati sul personaggio di Cormoran. Forse, da umile lettrice, posso permettermi di muovere una piccola critica, riguardante “Cuore nero d’inchiostro”, che si colloca, a causa dell’espediente della lettura delle chat e del finale spiegato con minor coerenza, un gradino sotto agli altri volumi.

L’investigatore, scelto per dipanare le intricate matasse di questi crimini, si chiama Cormoran Strike ed è un ex militare, privato di una gamba da un’esplosione in Afghanistan. Nonostante il suo aspetto irsuto e l’atteggiamento burbero, risulta affascinante e conquista i cuori di meravigliose donne del jet-set londinese. Al suo fianco è sempre presente l’ingegnosa e dolce Robin Ellacott, sua socia, nonché unica donna in grado di suscitare in lui veri sentimenti. I fedeli lettori infatti – se tra di voi ce n’è qualcuno – saranno estremamente curiosi di scoprire se Strike esprimerà finalmente i suoi sentimenti. Questa volta i due saranno alle prese non con un unico omicida, bensì con un’intera setta religiosa, su cui aleggiano gravi colpe: pedofilia, stupro, morti sospette e torture. L’agenzia di Strike viene incaricata da un padre affezionato di scoprire il più possibile sui loschi affari dei “decani” della chiesa della Profetessa Annegata, per riuscire a liberare suo figlio, uno dei fedeli, il giovane Will. Robin dovrà fare appello a tutte le sue risorse e capacità per infiltrarsi a Chapman Farm, la sede originale della UHC, e rischierà molto più della sua copertura.

Riusciranno a venire a capo di un mistero che pone le sue radici nei primi anni ’90?

Ovviamente sì e in pochissimi (compresa io) riusciranno a comprendere gli indizi e a battere Strike/Rowling sul tempo.

Un’ultima cosa… sono davvero rattristata al pensiero di dover attendere un altro anno o due per l’ottava avventura ma mi consolo con l’uscita su Sky investigation della quinta stagione della serie “Strike”, quasi introvabile sulle reti italiane. I due episodi saranno mandati in onda e poi presenti on demand da domani 8 marzo!

Alla prossima miei cari amici lunari…

Il segreto di Morgana.

Buon sabato cari amici lunari! Come state? Siete in casa, al riparo da questi primi freddi pungenti oppure vi state godendo un bel pomeriggio di tiepido sole?

Oggi desidero parlarvi di un libro da poco pubblicato e intitolato “Il segreto di Morgana” dell’autrice Sophie Keetch. Fin da bambina sono sempre stata attratta dal mito di Morgana, Artù e dei cavalieri della tavola rotonda. Il ciclo arturiano è sempre stato, per me, un rifugio per i sogni, un magico e in parte storico mondo verso cui viaggiare con la fantasia.

Se qualcuno mi ponesse la domanda : “Se ne avessi la possibilità, quale mondo fantasy visiteresti?” risponderei sicuramente Camelot e se potessi sfruttare in più occasioni questo viaggio, subito dopo, mi recherei nella terra di Mezzo e ad Hogwarts.

Non c’è libro o film sull’argomento che mi sia sfuggito. Non potevo, dunque, cogliere una nuova occasione per immergermi nelle leggende dell’antica Britannia, occasione offertami da una scrittrice esordiente, giovane e con una tesi di laurea in letteratura inglese sul tema.

Morgana è una fata, dotata di doni straordinari ma differenti, almeno in questo primo libro, rispetto al ritratto tradizionalmente delineato dalle altre opere.

La narrazione inizia con l’infanzia della figlia del Duca di Gorlois, nel castello di Tintagel e dell’amore di Uther Pendragon per Igraine, sua madre. L’infanzia di Morgana e delle sue sorelle è turbata dalla tragica morte di Gorlois per mano del re supremo Uther e di mago Merlino. La storia coincide a grandi linee con tutte le altre opere e narrazioni. Merlino, però, non viene rappresentato come un druida saggio e giusto, bensì come uno stregone malvagio e privo di scrupoli. Igraine invece sembra restia a ricambiare l’amore di Uther e si mostra remissiva alle sue decisioni, solo per aiutare le figlie: Morgause, Elaine e Morgana. Morgana, ribelle come il mare in tempesta, si rifiuta di obbedire al suo re e patrigno e, per questo motivo, viene punita, trascorrendo l’adolescenza prima in isolamento nel suo castello e poi in convento. Igraine, invece, porta in grembo un figlio maschio, erede al trono di Britannia, ma apparentemente nato morto o scomparso, il futuro grande re Artù. La vita della fata è segnata dall’amore per il gallo Accolon, da un matrimonio infelice con il re Urien di Gore e dalla nascita del figlio Ywain.

Il volume termina con una decisione di Morgana, quella di poter vivere finalmente libera, senza più dover sottostare alla superbia degli uomini, donna medievale e moderna, meravigliosa icona di femminismo.

La lettura è super consigliata, anche se differisce significativamente dalla celebre saga di Marion Zimmer Bradley e da “Le nebbie di Avalon”, classico da non perdere assolutamente!

Il villaggio di Tintagel, in Cornovaglia. Uno dei luoghi che prima o poi visiterò…

Buona lettura!

“Una ragazza d’altri tempi” di Felicia Kingsley.

Cari amici lunari, come state? Come state trascorrendo questo placido sabato d’ottobre?

Nonostante il caldo eccezionale delle ultime settimane, oggi l’aria è più pungente e mi fa sognare la tranquillità del riposo autunnale.

Pochi giorni fa ho potuto acquistare l’ultimo libro di Felicia Kingsley “Una ragazza d’altri tempi”.

Potrei dire un sacco di cose per descrivere l’ultima fatica dell’autrice italiana, ma desidero esordire in maniera semplice: “Correte in libreria subito!!!”.

Dopo le prime pagine, grazie alla scrittura leggera e coinvolgente, sentirete l’impellente desiderio di arrivare in fretta alla conclusione, avidi di conoscere il destino della protagonista.

Rebecca è una brillante studentessa di egittologia che lavora part time in biblioteca e sta per terminare la tesi. Timida e paurosa, a causa di un terribile incidente che ha distrutto la sua famiglia, sembra voler vivere senza correre alcun rischio e senza mai mettersi in gioco. Restia ad innamorarsi o anche solo a frequentare qualche ragazzo, preferisce immaginare una vita alternativa in stile “regency”. Una sua cara amica, esperta di calcoli, la convince a partecipare ad una festa in maschera, e, in un istante, grazie ad un piccolo espediente fantascientifico, si trova catapultata nel 1816, all’interno dei suoi stessi racconti. Il passato le riserva molto più di qualche ballo, tè e pasticcini, ad aspettarla infatti c’è Reedlan Knox un nobile pirata affascinante e un po’ sbruffone. Insieme a lui sarà coinvolta in un intrigo internazionale e in una vera e propria indagine del passato.

Gli ingredienti ci sono tutti: una storia d’amore, un viaggio nel tempo, un omicidio, Napoleone Bonaparte e dei fantastici abiti e pizzi alla Jane Austen. Una piccola rimescolata e oplà ecco a voi il più bel libro che Felicia abbia mai scritto. Sfogliando le pagine e sorridendo di fronte alle sue avventure, vi immedesimerete in Rebecca e sognerete una magica storia d’amore. Il pericolo invece è che chiediate alla vostra metà di travestirsi da pirata e di imparare ad esprimersi come un lord inglese dell’età della reggenza. Il finale inoltre soddisfa le aspettative di tutte noi, ve lo posso assicurare.

Non perdete altro tempo mie care lettrici romantiche… la frattura temporale sta aspettando solo voi!

La trilogia storica di Elizabeth Chadwick.

Buongiorno miei lettori terrestri.

Da quassù, sulla luna, è possibile osservare i piccoli cambiamenti che preannunciano l’arrivo di settembre. La luce muta, addolcendo i suoi raggi e una lieve brezza rinfresca l’aria.

Ogni anno ribadisco quanto io ami il mese che sta per arrivare, non tanto per la fine dell’estate, che è per me un grande cruccio, ma soprattuto per quel velo ovattato che sembra avvolgere la natura, come un ultimo protettivo abbraccio prima dell’avvento del freddo. Settembre è poesia, secondo me.

E voi? Siete amanti di settembre, oppure lo disprezzate?

Se volete evadere ed immergervi in un’atmosfera medievale, descritta con grande accuratezza, imparando a conoscere il personaggio storico di Eleonora d’Aquitania, ho la trilogia che fa per voi!

Elizabeth Chadwick ha dedicato tre romanzi alle vicissitudini di questa inconsueta figura femminile. La definisco inconsueta, perché si annovera tra le pochissime figure femminili di questo periodo storico ad avere avuto una notevole risonanza politica. Oltre al suo ruolo come donna di governo, Eleonora d’Aquitania ha contribuito alla nascita della letteratura europea, sostenendo presso la sua corte i “trovatori”.

Brevissimo ripasso: la poesia europea ha le sue origini in Francia grazie ad un gruppo di nobili menestrelli, chiamati trovatori, che, durante le feste o i banchetti, cantavano brevi componimenti, spesso accompagnati da musica. La poesia trobadorica giunse in Italia presso la corte siciliana di Federico II, dalla Sicilia alla Toscana il passo è breve et voilà, il gioco è fatto (Dante, Petrarca ecc…)

Eleonora fu inoltre moglie di due sovrani, Luigi VII di Francia ed Enrico II di Aquitania e madre di nobili e reali di mezza Europa, nonché del grande Riccardo Cuor di Leone.

“La regina ribelle” narra gli anni giovanili di Eleonora, descrivendo soprattutto la sua incapacità di farsi da parte, di fronte a uomini meno abili di lei.

“La corona d’inverno” descrive l’innamoramento di Eleonora d’Aquitania nei confronti di Enrico, re d’Inghilterra e il fragile equilibrio del loro matrimonio, la nascita dei figli e la sua caduta in disgrazia.

“Il trono d’autunno” infine narra degli ultimi tragici fatti che segnarono la sua vita, la scomparsa dei figli, la prigionia e la morte.

Se amate la storia medievale e le biografie storiche, questi libri fanno al caso vostro. L’autrice riesce a prendervi per mano e a calarvi in questa epoca passata, romantica e al contempo brutale, facendovi immedesimare in una delle grandi regine del passato.

Una lettura consigliatissima, da accompagnare a delle caldarroste e ad una tazza di tè.

“Effimeri” di Andrew O’Hagan

Cari amici lunari, come state reagendo a questa prima perturbazione? Amate la pioggia e state già immaginando l’autunno, oppure rimpiangete il calore delle scorse settimane? Io mi godo queste vibrazioni autunnali, nella speranza che il sole ritorni e ci faccia compagnia ancora per almeno un mesetto. In questi due giorni ho potuto però terminare il volume “Effimeri” di Andrew O’Hagan.

Il mio primo approccio con “Effimeri” non è stato totalmente positivo, forse perché, quando l’ho iniziato, lo scorso inverno, non ero nel giusto stato d’animo per affrontare una lettura di questo tipo. Alcuni libri trasmettono più di altri, soprattutto per chi, come me, ama immergersi totalmente nel mondo di carta e parole che crea uno scrittore.

Andrew O’Hagan è uno autore scozzese, piuttosto noto al pubblico internazionale, che ha pubblicato saggi e romanzi. L’ultimo è stato edito da Bompiani lo scorso anno.

La vicenda appare fin dall’inizio intima e autobiografica, anche se non viene detto esplicitamente. Il protagonista è un giovane appassionato di letteratura e scrittura che vive in un quartiere operaio di Glasgow e che ha divorziato dai suoi genitori. Suo padre e sua madre, per incompatibilità, hanno deciso di andarsene separatamente, senza curarsi di lui. In suo aiuto viene un caro amico Tully, di due anni più grande. Tully e Barbara, sua madre, inseriscono Jimmy nella loro quotidianità.

James, Tully e altri coetanei vivono gli anni ’70 e ’80 attraverso la musica, i film e la politica, sviluppando un forte senso di giustizia nei confronti dei problemi sociali. Questa prima parte del romanzo è ricca di dialoghi, di riflessioni e di pensieri e mi ha ricordato il “flusso di coscienza” in stile J.D. Salinger. Purtroppo però risulta a tratti difficile e un lettore meno concentrato è tentato di saltare qualche riga qua e là per arrivare al punto.

La seconda parte, sebbene tragica, mi è piaciuta molto, ed è, secondo me, la scrittura di maggiore successo di O’Hagan. Alcune espressioni sono fatte di pura poesia e fanno venire voglia di appuntarsele. Ho sacrificato l’ordine, spiegazzando le pagine con un gran numero di orecchie, per evidenziare tutti i passi più belli e di maggiore ispirazione.

Il rapporto di amicizia e la caducità della vita sono sapientemente trattati fino all’ultima pagina. Effimera è la vita ma non l’impronta che una grande personalità può lasciare, fissa e indelebile sulla terra.

Insomma… posso dire di aver amato questo romanzo con grande ardore.

Mi raccomando, fatemi sapere se vi è piaciuto!

Teddy, il curioso thriller di Jason Rekulak.

Buongiorno miei amici lunari! Come state? Vi state godendo questi ultimi giorni d’agosto sdraiati sulla sabbia di qualche spiaggia meravigliosa? Oppure, passeggiando in montagna, al fresco?

Oggi desidero parlare di un thriller pubblicato per la prima volta lo scorso anno, “Teddy” di Jason Rekulak. Il titolo e la copertina rimandano chiaramente al mondo dell’infanzia, così come buona parte delle illustrazioni. Teddy infatti è il nome di un bambino, affidato alle cure della babysitter Mallory.

Mallory, accolta dalla famiglia Maxwell con grande gentilezza, ha un passato complicato, a causa della droga e sta cercando di reinventarsi. La famiglia Maxwell sembra, almeno all’apparenza, perfetta. Sono cordiali, attenti e comprensivi, vivono in armonia e in una bellissima casa.

Teddy però, nonostante le attenzioni della sua famiglia, mostra sintomi di stress e ha inventato un’amica immaginaria di nome Anya che vive sotto il suo letto. Realizza strani disegni e mette in agitazione Mallory.

Cosa si cela sotto lo strano comportamento di questo bambino e alle manie dei suoi genitori?

Questo romanzo si muove con maestria tra il mondo reale e quello fantastico, cadendo in più occasioni nell’horror, fino allo scioglimento dell’enigma.

Non posso dire di aver apprezzato completamente questo libro, soprattutto la conclusione che mi sembra un po’ improvvisata o comunque lontana dalla mia idea di genere giallo. Risulta comunque una piacevole lettura, leggera e intrigante.

E allora ragazzi…correte in libreria, dove, grazie all’aria condizionata potrebbe trovare, non solo Teddy ma anche un po’ di fresco!

Le diecimila porte di January – Alix E. Harrow

Amici lunari… buon pomeriggio! La situazione si sta facendo sempre più calda, anzi incandescente, quassù sulla luna. Anche sulla terra, a quanto mi dicono, il rischio di squagliarsi è reale. Io però, nonostante tutto, amo il caldo, e mi concedo il diritto di sonnecchiare nel tepore estivo, insieme ai miei piccoli aMici. Sono da poco rientrata da una vacanza, durante la quale ho potuto terminare la lettura di “Le diecimila porte di January”, romanzo di Alex E. Harrow.

Il libro ha un intreccio narrativo originale, sicuramente innovativo rispetto agli altri romanzi del genere. La protagonista, il cui nome è ovviamente January, è una fanciulla dall’oscuro passato e con un padre avventuriero, la quale è stata affidata alle cure di un ricco e misterioso signore di nome Locke. Il padre è al servizio del signor Locke e recupera misteriosi manufatti, provenienti da ogni parte del mondo. January diventa una giovane donna, dotata di una forte volontà, messa a dura prova dalle rigide regole di casa Locke, fino a quando scopre di avere un dono unico, la capacità di aprire porte su mondi paralleli. La vicenda è ambientata negli Stati Uniti di inizio ‘900 e ha una patina old America che a me piace moltissimo. L’autrice arricchisce la descrizione con immagini sempre diverse, alternando paesaggi esotici e inospitali al mondo rurale del Vermont.

La scoperta del dono di January e il suo desiderio di avventura non vengono però accolti con facilità dal suo mentore, il quale nasconde un oscuro segreto. January parte, in compagnia del suo cane, di una inusuale dama di compagnia e del garzone del villaggio e con coraggio riesce ad aprire tutte le porte che la conducono alla libertà e all’amore.

Consiglio vivamente questa lettura, scorre piacevolmente, senza intoppi e invita il lettore a seguire la protagonista durante il suo viaggio, ma allo stesso tempo è una meravigliosa metafora della vita. Tutti noi infatti abbiamo di fronte, nel corso degli anni, numerose porte, immaginarie e fisiche e dobbiamo scegliere il nostro percorso.

Vi è mai capitato di non sapere quale porta aprire? Oppure siete capaci di non dubitare mai della vostra strada?

Spero di avervi incuriosito e di avervi consigliato un piccolo ma grazioso libro da leggere questa estate!

Alla prossima miei cari amici lunari!

Perduta nel “Nessundove”.

Book lovers, come state? Ho trascorso parecchio tempo quassù sulla luna, indaffarata nei miei mille impegni. Finalmente, con l’arrivo dell’estate posso rallentare un po’ e ho il tempo per raccontarvi delle mie letture.

Ho da poco terminato il romanzo fantasy di Neil Gaiman #Nessundove, ristampato nel 2021, con aggiunta di un racconto finale, un approfondimento sul Marchese De Carabas. Il romanzo fu edito per la prima volta nel 1996 e adattato per una serie televisiva, andata in onda sulla BBC.

Devo fare una piccola premessa, ho letto svariati libri di Gaiman e visto i numerosi adattamenti (cinematografici e televisivi) dedicati alle sue opere e non sono mai rimasta delusa. L’autore sa far suo il genere fantasy, realizzando opere che piacciono ad adulti e bambini.

“Nessundove” in particolare è uno dei romanzi dell’autore che ho apprezzato maggiormente, quasi al pari di “Stardust”. Ovviamente non posso non citare American Gods, ristampato a sua volta negli ultimi anni e da cui è stata tratta una serie tv per Prime Video, anche se, per quest’ultimo, devo far notare una maggiore complessità e una minore scorrevolezza nella lettura.

Tornando a noi, “Nessundove” è ambientato in una Londra alternativa, dinamica e magica. Una città specchio, posta sottoterra, in cui finiscono cose e persone perdute e in cui le regole di quel gioco, chiamato vita, sono rivoluzionate. A finire per errore a Londra Sotto è un giovane esperto di marketing Richard Mayhew, la cui esistenza è scandita da una routine serrata e rigida. Il lavoro, la fidanzata Jessica e gli amici sembrano guidare le sue azioni e la sua volontà. Richard, travolto da tutti coloro che lo circondano, non si rende conto di essere infelice. Un giorno, per strada, mentre subisce i rimproveri di Jessica, decide di soccorrere una giovane donna sanguinante per strada. Questo è l’inizio della sua avventura, che lo porterà a scoprire non solo le misteriose profondità della città ma anche a superare i proprio limiti, affrontando mostruose creature, spietati assassini e prove cavalleresche.

Il romanzo si compone come una sorta di “quête” medievale con elementi futuristici e a tratti “steampunk”, calando il lettore in medias res, all’interno della storia. Si tratta di quel tipo di romanzo che fa porre al lettore una domanda: è adesso cosa accadrà?. Il finale inoltre contiene una pericolosa morale e una interessante riflessione esistenziale, non vi anticipo altro perché non vorrei fare la guastafeste. Spero di avervi incuriosito. Dalla luna è tutto, un saluto dai miei a-mici, che in questo momento si stanno divertendo a testare l’assenza di gravità tra un cratere e l’altro.

La terra d’ombra di Ron Rash.

Buonasera cari lettori. Come state? Contenti per l’arrivo dell’inverno? Oppure desiderate ardentemente il calore estivo del sole? In questi giorni la mia vista è offuscata dalla nebbia che mi circonda. Ebbene sì, anche sulla luna c’è la nebbia! Per evitare la noia provocatami dalla vista di tutto questo grigio ho letto un nuovo libro.

Ron Rash è un autore statunitense di enorme talento, nonché una delle voci principali della “southern literature”. Pubblicò “La terra d’ombra” per la prima volta nel 2012, ottenendo il Grand prix de littérature policière.

Cosa ne penso di questo libro? La qualità della scrittura e innegabile, così come la delicatezza della vicenda narrata, perfettamente incastonata nel contesto naturalistico. La trama però non mi è piaciuta, l’ho trovata debole sotto certi aspetti e soprattutto non ho apprezzato il finale frettoloso.

Le capacità descrittive sono a tutti gli effetti sublimi, la vallata dei monti Appalachi, in cui si colloca la malandata fattoria di Lauren e di suo fratello, è descritta in modo tale da risultare personificata, quasi un’entità vivente che rispecchia gli umori e i caratteri della sua gente fino a sopraffare con la sua oscurità la protagonista stessa.

La storia d’amore è dotata di crudo realismo, l’autore evita ogni tipo di fronzolo o abbellimento, è un amore tra poveri che, da puro godimento carnale, si trasforma in affetto e forse passione. Nulla di paragonabile alle grandi storie romantiche della letteratura.

La Grande guerra fa da sfondo a questa vicenda, così come la mentalità chiusa e ristretta di una provincia ignorante, che confonde una donna intelligente per una strega a causa di una voglia sulla pelle e non mostra alcuna pietà nei suoi confronti.

Emerge inoltre un grave pessimismo che mi ha personalmente turbata, Lauren, suo fratello e il misterioso ospite della loro fattoria vengono sconfitti dall’oscurità della vallata, della guerra e forse della brutalità umana che rende quasi incapaci di ragionare. L’esito, seppur sbrigativo è il trionfo dei cattivi sentimenti e della paura.

Non saprei se consigliare oppure no questo libro, dipende da ciò che desiderate trarre dalla lettura. Sicuramente ne apprezzerete la prosa, ma se siete sentimentali, come me, il finale vi lascerà l’amaro in bocca.